La ridotta disponibilità energetica riduce la sintesi proteica muscolare miofibrillare e sarcoplasmatica nelle atlete

La ridotta disponibilità energetica riduce la sintesi proteica muscolare miofibrillare e sarcoplasmatica nelle atlete

La scarsa disponibilità energetica definita come LEA (Low Energy Availability) è una condizione in cui le entrate energetiche sono insufficienti a coprire il costo dell’esercizio fisico intenso e dell’attività metabolica e fisiologica di base. La LEA ha un’alta prevalenza, soprattutto nelle atlete donne che praticano sport di endurance (31-60%), negli sport intermittenti come il calcio (53-58%) e negli sport a forte componente di forza come la pesistica olimpica o il powerlifting (23-31%) [1-3].

Viene considerata LEA un’assunzione pari o inferiore alle 30kcal per kg di FFM (fat-free mass) [4]. Studi svolti in un arco temporale ridotto hanno mostrato una disregolazione nelle funzioni fisiologiche e metaboliche a seguito della scarsa introduzione energetica protratta per 5 giorni consecutivi [5]. La muscolatura scheletrica è un tipo di tessuto fondamentale per la performance atletica, per questo motivo comprendere cosa accade ad essa a seguito di uno scarso apporto energetico risulta fondamentale.

La LEA prolungata (>10 giorni) viene associata a diverse conseguenze fisiologiche negative, fra cui la disfunzione riproduttiva, il calo nella performance atletica, l’osteopenia, maggiori problematiche gastrointestinali e un incremento del rischio infortuni [6]. In uno studio clinico randomizzato, si è investigato sull’impatto della LEA sulla sintesi proteica muscolare miofibrillare e sarcoplasmatica in un gruppo di atlete [7]. 30 donne con ciclo mestruale regolare sono state sottoposte a questo studio della durata di 10 giorni, in cui un gruppo assumeva un introito calorico di 25kcal per kg di FFM al giorno, mentre l’altro gruppo assumeva un quantitativo ottimale di calorie (OEA) pari a 50kcal/kg di FFM al giorno.

Prima dell’inizio dello studio, entrambi i gruppi sono stati sottoposti ad un regime dietetico di 50kcal x kg di FFM, corrispondente all’introito energetico ottimale. Tutto il cibo assunto nel periodo di studio ha fornito 2,2g kg di proteine per kg di FFM al giorno. I carboidrati assunti nel protocollo OEA variavano dai 4 ai 7gr/kg, mentre nel gruppo LEA variavano dai 2.5 ai 4gr/kg.

Gli allenamenti venivano supervisionati ed erano costituiti da una combinazione di allenamento con i pesi e allenamento cardiovascolare. La sintesi proteica muscolare veniva misurata tramite la valutazione della composizione corporea, la variazione del tasso metabolico a riposo, la misurazione dei biomarkers sanguigni ed il bilancio azotato nelle 24 ore.

La LEA, nonostante il mantenimento di un alto introito proteico (2,2gr/kg di peso corporeo) ha ridotto la sintesi proteica muscolare sia miofibrillare che sarcoplasmatica a differenza di un regime calorico ottimale (OEA) [7]. E’ stata osservata una contemporanea riduzione nella massa magra, del bilancio dell’azoto urinario, nella concentrazione degli ormoni prodotti dalla tiroide e del tasso metabolico a riposo a seguito della LEA. Una restrizione energetica protratta per periodi anche relativamente brevi può agire negativamente sugli adattamenti muscolo scheletrici nelle atlete.

BIBLIOGRAFIA

1) Heikura et al., 2018; Koehler et al., 2013; Melin et al., 2015

2) Braun et al., 2018; Cherian et al., 2018

3) Hoch et al., 2009; Melin et al., 2019; Sygo et al., 2018

4) Ihle & Loucks, 2004; Loucks & Thuma, 2003

5) Areta et al., 2021

6) Mountjoy et al., 2018

7) Mikkel Oxfeldt, Stuart M. Phillips et al 2023